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2017 - La Via della Seta - Uzbekistan e Kyrgystan

 

Questo era un viaggio che da molti anni era nei miei pensieri, non potevo lasciarlo a punzecchiarmi la mente per altro tempo.

Quest'anno ho deciso che s'ha da fare! Nel palmares di un ciclo viaggiatore,  degno di questo nome, non  può non esserci  La Via della Seta, cosi ho incominciato a lavorare su questo nuovo progetto con entusiasmo.

Il periodo migliore per realizzarlo sarebbe statio tra aprile e maggio ma non potendo prima sono partito  il 5 maggio con destinazione Bukhara in Uzbekistan. Volo diretto Milano-Tashkent e di cui coincidenza per Bukhara con Uzbekistan Airlines, l'unica compagnia con voli diretti per quel paese.

La sicurezza nei miei viaggi è sempre stata al primo posto e per questo stavolta, dato la particolarità del territorio, mi sono dotato di un nuovo apparato della Garmin che mi ha consentito  di comunicare via satellite ovunque mi trovassi ma soprattutto di essere costantemente in collegamento con una centrale operativa che ha rendeva visibile su internet la mia posizione ogni 20 minuti e che ha tracciato il mio percorso giornaliero su una pagina internet visibile a tutti il cui indirizzo era https://share.garmin.com/AntonioSantinello.

Inoltre con questo dispositivo satellitare,  in caso di bisogno, avrei potuto lanciare un SOS alla centrale operativa che sarebbe intervenuta in maniera appropriata.

Per consentire l'autonomia elettrica ho montato una ruota anteriore con una dinamo incorporata nel mozzo che mi ha permesso di ricaricare, mentre pedalavo, telefono cellulare, navigatore satellitare e localizzatore.

Ma veniamo al viaggio. Arrivato a Bukhara ho trovato ad spettarmi un taxi che mi ha portato direttamente nell'hotel che avevo prenotato. Bukhara non è una grande città, è a misura d'uomo e dal punto di vista storico è una delle più belle da visitare. La sera stessa monto la bici e poi faccio un primo rapido giro per la città che invece visiterò più dettagliatamente il giorno dopo.

Bukhara è una città molto bella, piena di madrasse, minareti e monumenti antichi.,turisticamente molto attrezzata e non molto cara.

Vista Bukhara comincio il viaggio in bici verso Samarcanda, inizio a pedalare su strade sconnesse e piene di buche che mi creano subito un primo problema al freno posteriore che ha causato il blocco della ruota e la sua fuori uscita dalle guide. Per fortuna niente di rotto, fisso meglio i freni, monto la ruota e riparto. Pedalo in mezzo alla campagna e a piccoli villaggi, devo percorrere quasi 300 km per arrivare a Sammarcanda dove arrivo dopo due giorni, Samarcanda mi sorprende per la sua grandezza, è una città con più di mezzo milione di abitanti, moderna e con un traffico frenetico.La visito il giorno dopo e devo dire che era come me l'aspettavo, bella e ricca di storia. Mi sono unito ad un gruppo di italiani che avevo conosciuto in aeroporto e che ho ritrovato per caso a Samarcanda che avevano una guida locale e in bus, ho potuto cosi vedere tutti monumenti della città e conoscerne la storia. Dopo Samarcanda mi sono diretto a Tashkent la capitale. Una città bella, pulita, ordinata immersa nel verde. Poi ho preso la strada verso il confine con il Kyrgystan dove sono arrivato dopo alcuni giorni. Mi sono lasciato alle spalle l'Uzbekistan che è una nazione turisticamente abbastanza organizzata e con una popolazione di una cordialità incredibile e sono entrato in Kyrgystran che è invece non è assolutamente all'altezza del paese confinante. Strade dissestata, confusione, traffico e poca pulizia. Strutture alberghiere assenti e fatiscenti. Tutto questo l'ho potuto verificare a Osh, la seconda città per dimensioni del kyrgystan. Una groviglio di strade polverose in mezzo a palazzi fatiscenti , cartelli in cirillico, nessuna indicazione comprensibile ma soprattutto un'igiene assente. Da Osh sono cominciati i miei problemi, alla sera ho cenato in un ristorante, il meno peggio che avevo visito, poi nei giorni successivi ho avuto grossi problemi intestinali che, con i medicinali che avevo con me, non sono riuscito a risolvere e per la prima volta nei miei viaggi  ho dovuto chiamare Europassistance per rientrare in Italia. Nel giro di dodici ore Europassistance ha organizzato il mio trasferimento a Bishkek in un modo stupefacendo e poi di li, anticipando il volo, sono rientrato in Italia. Credo che noi europei non abbiamo sviluppato difese tanto efficaci per vivere in certe aree del mondo. Una situazione di degrado e sporcizia generalizzata del livello del Kyrgystan non l'avevo mai incontrata. Questa nazione per sfruttare le sue bellezze naturalistiche ne deve fare ancora molta di strada per mettersi alla pari con il vicino Uzbekistan.

 

Il Percorso

 

La mia posizione in viaggio

Segui il mio viaggio

 

LE TAPPE

Le tappe previste erano 16 per un totale di circa 2.000 km ma ho dovuto interrompere il viaggio dopo il mio ingresso in Kyrgystan per problemi di salute dovuti alla pessima alimentazione.

 

 

# Da a km hh.mm km/h Nazione Mappa
1 Bukhara Navoy 116 5.40 20,5 Uzbekistan Plan.
2 Navoy Samarcanda 158 8.00 19,7 Uzbekistan Plan.
3 Samarcanda Jiazzik 112 5.10 20 Uzbekistan Plan.
4 Jiazzik Gulistan 110 5.10 20 Uzbekistan Plan.
5 Gulistan Tashkent 127 5.51 21.8 Uzbekistan Plan.
6 Taskent Angren 109 5.50 18,5 Uzbekistan Plan.
7 Angren kokand 132 7.20 18 Uzbekistan Plan.
8 kokand Andijan 158 6.55 22.8 Uzbekistan Plan.
9 Andijan Osh 50 3.00 17 Kygystan Plan.
10 Osh Ja la labad 107 6.00 18 Kyrgystan Plan.
11 Ja la labad Shamaldy Say 98 5.00 19 Kyrgystan Plan.
Totale 1.277

 

Planimetria e Altimetria del Percorso

Storia_del_viaggioAppunti di viaggio - La mia Via della Seta

img Album Fotografico del Viaggio

Videoclip del viaggio

 

IL VIAGGIO IN PILLOLE

 

Finalmente si parte, sono in volo con Uzbekistan Airlines, destinazione Tashkent e poi Bukhara, un volo di quasi 7 ore.

 

E' mattino quando atterro a Tashkent e ritrovo i miei 40 kg di bagaglio, l'aeroporto internazionale è veramente minimale e molto sporco, mi devo trasferire all'aeroporto nazionale che si trova dall'altra parte della pista e  devo prendere un taxi, ne approfitto per cambiare al mercato nero un pò di dollari, al mercato ufficiale un dollaro vale 3.750 Som (la moneta locale) al mercato nero invece va da un minimo di 7.500 a un max di 8.500 Som.

 

Al pomeriggio atterro a Bukhara, dove ad aspettarmi trovo un taxi e una pioggia torrenziale, per fortuna verso sera il tempo ritorna bello.

 

La prima cosa che faccio arrivato in albergo è montare la bici e sistemare le borse, poi verso sera esco per fare una primo giro della città e mangiare qualcosa.

 

Bukhara non è una grande città e si può visitare tutta piedi, alla sera le luci ne esaltano la bellezza, questa è la Madrassa principale con il suo minareto. La città mi stupisce per l'ordine è la pulizia.

 

Al Mattino successivo visito tutta la città vecchia, ci sono molte vasche d'acqua, di cui l'Uzbekistan è ricco, con attorno moschee e luoghi di ritrovo. Probabilmente nei secoli precedenti erano utilizzate per rinfrescarsi date le alte temperature tipiche di questa regione, in maggio si aggiravano sui 36 gradi mentre in estate si raggiungono facilmente i 45 gradi.

 

La città è ricca di monumenti che risalgono al primi secoli dopo l'anno mille e dimostrano la grande capacità artistica posseduta dai vari popoli che si sono susseguiti nella dominazione dell'Uzbekistan. L'arte della ceramica ha raggiunto livelli molto alti.

 

Le vie della città sono pulite e ricche di storia, le Madrasse (luoghi in cui in origine si studiava il Corano) ora sono laboratori artigianali a cielo aperto.

All'interno dei cortili abili artigiani lavorano i piatti di ottone e ceramica.

 

Per le strade bancarelle ovunque e donne vestite con i tipici abiti locali.

 

Questa è una delle due Madrasse più belle di Bukhara, l'altra è di fronte e sono entrambi un'opera d'arte. All'interno racchiudono dei chioschi molto belli

 

Le strade sono tutto un pullulare di gente e bancarelle che vendono di tutto, non potevano mancare i bellissimi tappetti ma mi ha colpito un'area coperta dove si vendeva oro e gioielli frequentato solo da donne che contrattavano, quando aprivano la bocca alcune  ostentavano una dentatura rigorosamente d'oro.

 

Per le strade si poteva comprare il tipico pane uzbeko fatto a ciambella e cotto rigorosamente in forni a legna, la pulizia era un dettaglio ma per tutti era normale.

 

Ma il monumento più imponente di Bukhara è la Fortezza di Ark al cui interno ci sono molti musei che raccontano la storia di questa città e da cui si può vedere tutta la città vecchia. L'Ark è una grande fortificazione situata nella parte nord-occidentale di Bukhara costruita nel V secolo d,c,. La struttura assomiglia ad un rettangolo modificato, il perimetro delle pareti esterne è 790 m, l'area racchiusa è 4 ettari. L'altezza delle pareti varia da 16 fino a 20 m.

 

Continuando la visita di Bukhara vedo anche questa moschea, con annesso minareto, dove entro per ammirarne la bellezza. Il colore blu cobalto è molto frequente nelle moschee.

 

Visita Bukhara è tempo di iniziare il viaggio lungo la Via della Seta, è lunedi quando salgo in bici e alla partenza ritrovo un gruppo di turisti di Padova e Treviso che avevo incontrato in aeroporto a Milano, una foto di gruppo e via si comincia a pedalare.

 

Inizio a pedalare e per evitare la strada principale il GPS mi porta in mezzo alla campagna uzbeca dove le strade non sono particolarmente "scorrevoli".

 

Dopo pochi km a causa delle buche e del montaggio non perfetto dei pattini dei freni mi capita un inconveniente che poteva essere fatale per la continuazione del viaggio, i pattini si sono allentati e si sono incastrati fra i raggi della ruota causandone la fuoriuscita dalla sede. Per fortuna nessuna rottura e fissati di nuovo i pattini e montata la ruota il viaggio ricomincia.

 

 

Il primo giorno mi fermo a Navoy dove mi stupisce vedere una chiesa Cristiana Ortodossa in un paese a larga maggioranza musulmana.

 

Percorro l'unica strada che collega tutte le città dell'Uzbekistan, una super strada a 4 corsie piena di buche, dove si può vedere la vera vita di questa nazione. Ovunque mi fermo c'è sempre qualcuno che mi saluta e vuole farsi una foto con me. La cordialità del popolo uzbeko mi stupito, non me lo aspettavo così aperto nei confronti degli "stranieri"... altro che Australia!

 

Per non sbagliare strada devo sempre tenere sotto controllo il mio "cruscotto" dove il GPS ed il localizzatore mi garantiscono di arrivare sempre a destinazione, per Samarcanda svolto a destra e percorro un lungo rettilineo ondulato che corre in mezzo a colline verdi dove ci sono solo greggi di pecore e pastori per lo più bambini e ragazzi che quando mi vedono mi salutano festanti e qualcuno mi "sfida" con la sua bici!

 

 

Nel tardo pomeriggio arrivo a Samarcanda, una città che mi stupisce per la sua dimensione e modernità, una città che è stata il maggior centro di riferimento della Via della Seta nel corso dei secoli e che ha una storia millenaria.

 

Il giorno dopo visito la città, la prima cosa da vedere sono le tre Madrasse (che risalgono al 1600 circa) in Piazza Registan dove ritrovo di nuovo il gruppo di turisti che avevo incontrato a Bukhara, mi associo a loro dal momento che hanno una guida locale che li sta accompagnando nella visita di Samarcanda. Poi mi fanno salire  in bus, è una grande occasione per vedere tutti i monumenti di Samarcanda.

 

Samarcanda ha una storia lunga 2.500 anni, è sempre stata la città più ricca dell'Asia centrale, conquistata da Alessandro Magno nel 329 a.c., poi dagli arabi, dai mongoli. Più volte saccheggiata e distrutta rinasce nel 1370 con il Re Tamerlano che la volle capitale di un impero che si estendeva dalla Turchia all'India. Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri con artigiani e architetti provenienti dalle parti più disparate dell'impero.

 

Samarcanda si sviluppo ulteriormente con suo nipote Mirzo Ulugbek che governò il paese dal 1394 al  1449 e creò varie scuole attente allo studio delle scienze, allo studio della matematica e dell'astronomia. Ordinò anche la costruzione di un grande osservatorio, di cui restano imponenti tracce sopra una collina che domina la città.

 

Nell'area delle tre Madrasse ci sono molte altre mosche belle e ben tenute.

 

 

Altra parte della città da vedere su di un'altra collina  nei pressi dell'area archeologica è il Mausoleo di San Daniele che contiene la sua tomba lunga più di 20 metri costruita cosi lunga perchè non sapevano esattamente dove fosse sepolto e per non sbagliare hanno "abbondato" un pò!

 

Altra area area da vedere è il Mausoleo della città dove ci sono le tombe dei comandanti militari che si sono susseguiti negli anni. Le tombe son all'interno di "templi" decorati in ceramica finemente lavorata di bellezza unica e manutenuti in maniera molto "empirica"

 

Non si poteva non visitare il grande Bazar di Samarcanda, luogo di commercio di tutti i prodotti alimentari e non, tutti cercavano di venderti qualcosa. Un posto ideale anche per cambiare dollari al mercato nero!

 

 

Alla sera ritorno in Piazza Registan per ammirare di nuovo le tre Madrasse illuminate in maniera suggestiva, si respira un'aria magica da "mille e una notte" che porterò via con me!

 

Il giorno dopo parto e mi lascio alle spalle anche Samarcanda destina Jizzax e la capitale Tashkent, dapprima percorro una strada infinita poi alla mia destra comincio a vedere le prime montagne del Pamir  che delimitano il confine con il Tagikistan e l'Afganistan.

 

 

Entro in una stretta valle delimitata da montagne rocciose brulle dove faccio degli incontri da cui è meglio stare lontano!

 

 

Che siano tracce del passaggio di Marco Polo, per la strada vedo molte statue di Leoni della Serenissima!

 

 

Nelle città che attraverso c'è un forte contrasto fra gli edifici pubblici, spesso moderni, e i grandi casermoni popolari stile russo.

 

L'unica strada in Uzbekistam che collega tutte le città e paurosamente dritta, lungo questa strada si possono trovare i più disparati mezzi di trasporto, il oiù utilizzato è l'asino!

L'Uzbekistan è pieno di corsi d'acqua, spesso cristallini dove si può far il bagno, in maggio la temperatura si aggira normalmente sui 36°!

 

Dopo circa 10 giorni di viaggio arrivo a Tashkent, la capitale dell'Uzbekistan, che mi stupisce per la l'ordine, la pulizia, i suoi giardini e gli edifici. Non c'è luogo dove mi fermi che non ci sia qualche uzbeko che vuole farsi una foto con me.

 

 

Faccio un giro per la città dove spiccano enormi edifici rigorosamente bianchi, sedi del governo ma anche qualche chiesa ortodossa e molti hotel stellati. La città come tutte le capitale è anche molto cara, decido di starci poco e ripartire il giorno dopo, una città moderna non ha molto interessante da visitare. Rimane il fatto che è comunque una bella città e questo mi ha stupito molto.

 

Il giorno dopo riparto e appena fuori dalla città ritrovo i vecchi casermoni popolari comuni a tutte le altre città dell'Uzbekistan.

 

 

Appena fuori dalla capitale comincio a pedalare lungo stradoni infiniti che corrono in mezzo a campagne sterminate dove vedo lavorare prevalentemente donne.

 

Nel pomeriggio arrivo ad Angreen dove incontro un uomo cordiale che mi chiede se ho bisogno di aiuto, io gli dico che ho bisogno di cambiare dei dollari e trovare un albergo, parla abbastanza inglese e ci capiamo si fa in quattro per me, poi mi dice che potrebbe darmi un suo appartamento per la notte, io accetto. Mi posta anche a casa sua a conoscere la sua famiglia. Ha una bella moglie e tre figli, mi dice che il suo sogno è di andare in America! Alla sera mi porta anche la cena e poi il mattino successivo mi invita a fare colazione a casa sua. Gli Uzbeki sono un popolo molto ospitale.

 

 

La mattina successiva parto di buonora, mi aspettava un passo a 2.250 mt ed una salita di 15 km, prima di partire faccio il pieno d'acqua, in cima al passo c'è una galleria controllata da militari che mi fermano e mi chiedono i documenti, poi si accorgono della mia macchina fotografica e vogliono vedere le foto e mi cancellano tutte quelle  in cui si vedono le montagne, era vietato fotografarle!

 

Superato il passo c'è una lunga discesa dove incontro quattro ciclisti uzbeki con cui mi fermo a parlare, uno di questi era il proprietario di un negozio di biciclette a Kokand chiamato Master. Mi inviterà poi a cena con dei suoi amici in bel ristoante della città.

 

Il giorno dopo visito la città che ha un un Museo etnografico e bella Madrassa che l'Imam mi fa visitare, in città poi vedo uno strano forno di terra cotta dove delle "brioches" crude vengono attaccate alle pareti , precedentemente scaldate, per cucinarsi.

 

 

Il pomeriggio "Master" mi inviata nella sua bella casa per offrirmi un te e farmi conoscere alcuni suoi amici, la sera organizza una cena a base di "plov" (un piatto tipico uzbeko a base di riso,verdure cotte e carne di montone) in mio onore in un chiosco. Una gran bella serata.

 

 

Il giorno dopo vado a riprendere la bici che avevo lasciato nel suo negozio e la ritrovo pulita come nuova, saluto "Master" e i suoi figli e parto, mi porterò sempre con me il ricordo di questa grande persona emblema della ospitalità uzbeka.

 

 

Entro nella valle della Fargana, l'area più ricca e fertile del paese ma anche quella con più osservanza della religione musulmana, con mio stupore vedo coltivata la vite non certamente per produrre vino che come bevanda alcolica è severamente vietata dalla religione musulmana.

 

 

Mi lascio alle spalle anche l'ultima città dell'Uzbekistan, Andijan, dove c'è la fabbrica della Chevrolet che ha praticamente il monopolio della vendita di auto in questo paese. Vedo in lontananza le prime montagne del Kyrgystan. Ogni tanto vedo anche dei pozzi per l'estrazione del metano di cui il paese è un grosso produttore, quasi tutte le auto vanno a metano e l'inquinamento per le strade è molto basso.

 

 

Entro in Kyrgystan in tarda mattinata dopo aver passato una serie di controlli in frontiera, la prima città che incontro è Osh , la seconda come dimensione dopo la capitale, mi sorprende la confusione e le poco bellezza di questa città. Trovo un albergo e subito dopo c'è un temporale molto forte che allaga la città. Tutte le scritte sono in cirillico e la lingua più parlata è il russo.

 

 

Alla sera giro per la città in cerca di un ristorante ma trovo solo locali sporchi e cibo dall'aspetto poco invitante, entro ed esco immediatamente da quattro locali e poi preso dalla fame non ho scelta ritorno sui miei passi en entro in uno di questi, il menù è scritto in cirillico non ho ben capito cosa ho ordinato ma questo piatto sarà la causa di tutti i miei problemi futuri!

 

 

Parto da Osh con un brutto presentimento, il paesaggio è completamente cambiato, colline verdi, torrenti e laghi, mi sembra di essere in Norvegia.Ai lati della strada pascoli infiniti dove le greggi si muovono spinte da pastori a cavallo, poche case e villaggi desolati dove le mucche si muovono indisturbate per la strada.

 

Ci sono delle lunghe salite, ogni tanto mi fermo e c'è sempre qualche bambino incuriosito che si avvicina a veder "questo strano mercante", tutte le auto che mi vedono mi salutano, qualche "bellezza" locale non resiste al mio "fascino latino" e vuole farsi una foto ricordo.

 

Vedo le "Yurte", le tipiche tende dei pastori kyrgysi che montano e smontano in continuazione spostandosi con le greggi.

 

In lontananza vedo Jalabad, la terza città per dimensione del Kyrgystan, i cartelli in cirillico non sono molto di aiuto, se non avessi avuto  il GPS difficilmente avrei saputo dove mi trovavo.

 

 

Parto da Jalabad, già il giorno prima non stavo bene, avevo problemi intestinali che non riuscivo a risolvere, la sera prima prima non avevo mangiato nulla ed avevo cominciato a prendere degli antibiotici per infezioni intestinali. Ero debilitato e disidratato, in quelle condizioni non potevo continuare. Ho preso la decisione di terminare il viaggio, dovevo curarmi in maniera appropriata. Ho telefonato a Europassistance che il giorno dopo ha organizzato con un van il trasferimento a Bishkek, la capitale, qui sono stato portato in ospedale dove dopo una breve visita mi hanno confermato che avevo una infezione in corso, era inevitabile chiudere qui la mia avventura sulla Via della Seta.

 

Il trasferimento in auto verso Bishkek è durato circa nove ore, 600 km di strade dissestate, buche, polvere e greggi per le strade. Due passi sopra i 3.000 mt con un traffico incredibile. Arrivato a Bishkek il giorno dopo ho imballato la bici ed anticipato il volo di rientro. Scalo a Istanbul e poi Milano.

Vedere dall'alto il Lago di Garda mi ha fatto sentire ma casa, anche questa avventura era finita, non avevo rimpianti, avevo fatto tutto il possibile ma quel piatto di "brodaglia" di Osh me lo ricorderò per sempre!

 

......... e come sempre appuntamento alla prossima!

 

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